Beretta 412
“Il tronchino”
Recensione di IKE con la preziosa collaborazione di Pippo JK6
Arma fotografata dalla mia collezione privata.
PREMESSA:
Come ho scritto nella recensione dell'Auto 5, adoro stare ad ascoltare le persone anziane che raccontano storie di caccia ed un fatto che le accomuna tutte è che in altri tempi, come adesso, il denaro di cui si disponeva faceva si che si possedesse un'arma piuttosto che un'altra.
Il mitico tronchino Beretta di cui andiamo a parlare era l'arma dei "poveri", un tronchino lo avevano tutti i cacciatori. Poi c'era chi si poteva permettere una doppietta. I "ricchi" potevano sfoggiare magari un Cockerill pagato caro come il sangue o un sovrapposto da vetrina. In tempi relativamente recenti arrivarono i semiauto, ma quanti di noi, giovani o vecchi, hanno sparato i primi colpi con il monocanna Beretta?
Ricordo un bellissimo articolo su una rivista specializzata, uno degli autori scriveva le lodi del suo primo fuciletto, quasi un romanzo, commovente e autobiografico per molti di noi. Sottolineava come sarebbe stato bello farselo donare dal padre, come avevano fatto i suoi amici, ma lui il padre lo aveva perduto da piccolo. Raccontava delle trattative con l'armiere, che alla fine glielo aveva comunque fatto pagare a prezzo pieno, e di come, dopo tanti anni, il tronchino facesse ancora bella mostra di se in rastrelliera, tra fucili fini e costosi. Perché il suo primo tronchino, non lo avrebbe dato via per nulla al mondo. Per ovvi motivi non posso pubblicare questo articolo, ma se per caso l'autore leggesse queste pagine e si riconoscesse, sappia che per lui ci sarà sempre spazio nelle mie pagine.
STORIA:
Il monocanna Beretta è un fucile pensato dai tecnici della casa di Gardone V.T. negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale (il Brevetto è del 1946) per permettere anche ai meno abbienti di esercitare l'attività venatoria con un fucile moderno.
E' un fucile “a retro carica” (erano ancora abbastanza diffuse le armi avancarica) di fatto era, probabilmente , il fucile più economico sul mercato ma nella sua assoluta semplicità costruttiva il più affidabile.
Non ho notizie certe circa l’anno effettivo di inizio della produzione in serie ma ritengo, con ragionevole approssimazione, che i primi esemplari abbiano visto la luce nello stesso anno del deposito del brevetto, o al massimo in quello successivo (1947);
Il primo Mod. 412, ribattezzato "il tronchino" per la sua peculiarità di essere pieghevole, nasce quindi per fornire un fucile economico a chi intende praticare la caccia da appostamento, ma si rivelerà in seguito molto usato per tutti i tipi di caccia.
SPECIFICHE TECNICHE:
E' un'arma a canna singola pieghevole, senza bindella, montata su un monoblocco pentagonale (a cinque facce) denominato “Vittoria” recante impressa, sulla faccia superiore, appunto una Vittoria Alata.
Sono famose anche le doppiette dell'epoca con canne montate ad un analogo monoblocco (logicamente a due canne e con ramponi ricavati dal pieno), denominate appunto "doppiette Vittoria".
Potremmo parlare anche della prima serie dei sovrapposti mod. S55, anche questi presentavano l'ormai collaudato monoblocco a 5 facce, ma questa è un'altra storia e ci sarà tempo per raccontarla.
Il suddetto sistema, che possiamo definire rivoluzionario per l’epoca, viene utilizzato per la prima volta su un’arma civile e di tipo economico come il Beretta 412, in quanto i costruttori di armi erano molto legati al sistema di accoppiamento “a canne intere” detto “demibloc”, ed anche sui loro monocanna montavano la canna intera.
L'apertura avviene mediante una leva, somigliante ad un grosso grilletto, posta davanti al ponticello che, contemporaneamente, sgancia la chiusura e ricarica il percussore.
L'azione è a colpo singolo con caricamento manuale. La sicura, a funzionamento manuale, è costituita da una lamina piatta posta immediatamente dietro il grilletto e agisce direttamente sul grilletto.
Il 412 veniva prodotto nei calibri dal 12 al 36, montava canne in acciaio Ausonia ad alta resistenza e calcio e asta in legno;
Negli anni successivi, fino alla fine della produzione, questo collaudato modello subì solo abbellimenti estetici, restando identico nella meccanica, solo la sicura passò nella posizione anteriore del ponticello con un sistema “a bottone” come quella delfamoso Beretta A300.
Negli ultimi anni di produzione si aggiunse anche un modello con una discutibile calciatura in plastica, che possiedo, e che presenta naturalmente crepe e incrinature dovute ad un uso intenso.
Il tronchino fu prodotto in 4 allestimenti, tutti ancora in circolazione:
412: Canna in acciaio, calcio e asta in legno o in plastica, non inciso;
412 Bis:al calciolo all'azione misura xx mm, mentre dal calciolo al grilletto xx mm.noce scelto.
413 bis: Come il 412 Bis ma con inserti in oro e calcio in noce di prima qualità.
L'ultimo catalogo Beretta che lo riporta ancora in produzione è del 1972.
Ho visto molti annunci di collezionisti che cercano questi fucili per completare la collezione ed averli tutti, piuttosto rari sono i calibri piccoli, di contro, molto comune è il 412 in calibro 20.
Questa è la bella carrellata dell'amico Lorenzo, notevole è lo stato di conservazione:
Concludo con il commento fatto da un lettore, è solo uno dei tanti che mi han segnalato cosa questo fucile evochi nella memoria, ma essendo in "toscanaccio", rende bene l'idea.
Scrive Ted riferendosi al monocanna in calibro 24:
"E' il primo fucile con cui ho sparato, ero piccolo piccolo e sapevo una sega d'anticipi e impostazioni d'imbracciatura, però ci tiravo fuori dei tiri al volo davvero non male, secondo me e' di poco inferiore al 20, almeno nella configurazione ortodossa cam. 70 e cartucce di 25-28 gr. (sulla stanziale e i colombi il 20 non l'ho mai provato) che aveva quest'ultimo prima che lo portassero a sparare cariche simili al 12....."
CARATTERISTICHE TECNICHE:
PRODUTTORE: Beretta Gardone V. T.
MODELLI: 412, 412 Bis, 413 e 413 Bis.
TIPOLOGIA: Fucile monocolpo.
CALIBRI: 12, 16, 20, 24, 28, 32 e 36.
CARICATORE: non presente.
SICURA: Manuale che agisce sul grilletto.
MIRE: Mirino fissato in volata.
MATERIALI: Acciaio e calciatura in legno o plastica.
CANNE: Varie lunghezze e varie strozzature.
DIMENSIONI: A seconda della lunghezza della canna, peso di conseguenza.